Venice: Feild work: to repeat: to Exist.
Un settembre in Venezia
Un parallelo strano alla vita l’anno scorso; un marchio di cambiamento.
Arrivo e subito un taxi di acqua mi porta al palazzo che sto in.
Cammino il giorno attraverso.
Un odore del familiare ed un pensiero di certezza.
Questo è la città dove immagino nessuni muri.
Dunque molte viste che non posso elencare di bellezza così perpetua che fa me sempre un po’triste.
Dunque molti pensieri che consuma come la città diventa ancora una volta familiare; questo è la città che porta la mia mente.
Ho cominciato oggi. Sono qui al notate e rilevo la mappa la città; formare i passaggi che è scomparso dal radar del Disneyland che consuma i greggi che truppa attraverso le strade strette.
Oggi ho testimoniato tale bellezza che i miei occhi non possono riposarsi.
Invece ho fatto una serie di sentieri ed i passaggi attraverso il labirinto di cui sono così appassionato.
Una solitudine di strade solitarie nelle folle vaste; lavorando la città come un canovaccio; riempe e le linee liscie di agitazione.
una strada di tale avidità ed il caos è incontra tale calore come la furia sbiadisce e ci possiamo si riposare all’ombra di silenzio
per chiamare fuori da nessuno nome e non sperare essere trovato nelle mie anse attraverso i pascoli utopistici; cercando la pace; un nuovo calmo alla forma urbana
verso un’alba